1957 (14 ottobre) - GIOSUE CARDUCCI
50° Anniversario
della morte del poeta Giosuè
Carducci. (Valdicastello di Pietrasanta (LU),1835 - Bologna,
1907).
Disegnato da
C.Mancioli il francobollo raffigura un ritratto fotografico del poeta.
Ha avuto una tiratura
di 10.000.000 di esemplari ee è stato valido per l'affrancatura fino al 31/12/1958.
Poeta e storico della letteratura italiana, editore di testi e filologo, critico militante, "istitutore" e organizzatore di attività culturali nell'Italia unita, Giosue Carducci è stato un vigoroso protagonista della società nostra del secondo Ottocento.
Le Rime nuove e Le Odi barbare, soprattutto, comprendono i documenti della maturità lirica carducciana, sul doppio registro della strofa rimata – dal sonetto canonico, alle quartine di settenari o di endecasillabi, alla alcaica con rime alterne – e della strofa classica senza rime, che, attraverso la combinazione di versi italiani, riproduce un’eco «barbara» della metrica greco-latina sull’esempio prevalente di Klopstock, Goete e von Platen [G. Inglese].
ALLE FONTI DEL CLITUMNO
Nel giugno del 1876 il Carducci andò ispettore al liceo di Spoleto e volle visitare le
fonti del Clitumno, a mezz’ora circa di carrozza dalla città; sul luogo pensò l’ode che fu scritta tra il 2 luglio e il 21 ottobre di quell’anno. Tra le odi barbare questa è giudicata « la più alta, la più solenne, la più classica »
(Mazzoni e Picciola); si può dire che è la più carducciana, poiché vi sono adunati « tutti i varii motivi e le varie forme della poesia del Carducci: la vita agricola, la grandezza di Roma, l’odio all’ascetismo, la risorta Italia, il ricordo storico e la visione diretta » (Croce). « Forse in nessun’altra poesia del Carducci come nell’ode Alle fonti del Clitumno risplende così evidente quella fedeltà alla tradizione classica più alta e più pura, quella spiccata attitudine a rammodernare, anzi a proseguire di spiriti attuali il pensiero antico, quella insita e intima simpatia con quanto di bello e di grande ci trasmise il passato, che, non s’imputino a difetto di facoltà creativa, ormai per consenso di tutti s’ammirano nella migliore e maggior parte dell’opera del Carducci come una delle più ricche sorgenti d’ispirazione ». (A.
Gandiglio).
Metro: ode saffica in strofe tetrastiche, formate da tre endecasillabi con la cesura dopo la quinta sillaba e l’accento su la quarta, e di un quinario variamente accentato (Adonio). È il metro stesso del Carmen saeculare di Orazio; solenne come un inno religioso.[F. Bernini, L. Bianchi, Carduci, Pascoli, D’Annunzio, Bologna, 1954]
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Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte
nume Clitumno! Sento in cuor l'antica
patria e aleggiarmi su l'accesa fronte
gl'itali iddii.
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